Qualcuno tiri un pizzicotto al governatore Pigliaru, qualcuno lo svegli dai bei sogni che vive, perché sono solo nella sua testa. Oggi esulta per i dati sull’occupazione, perché evidentemente non ha mai toccato con mano la realtà economica sarda, non consce le condizioni di lavoro e la disgregazione sociale che vive la Sardegna.
Non sa, ad esempio, che dietro quei numeri ci sono donne e uomini in carne ed ossa che per anni hanno sofferto. Che hanno visto i loro figli e in molti casi il loro padre, fare la valigia per cercare futuro all’estero. Esattamente come accadeva cinquant’anni fa. Mia figlia vive all’estero e non è stata certo creata la condizione per farla tornare!
Tutte queste cose Pigliaru non le sa perché per tutta la sua vita ha osservato la Sardegna dalla sua torre d’avorio: prima dall’Università poi dal palazzo della Regione. Perché il suo fallimento è tale che nessuno si è nemmeno immaginato di ricandidarlo, perché la sconfitta sarebbe stata di tale portata che avrebbe fatto tremare tutti i comuni della Sardegna governati dal Centrosinistra. A partire da Cagliari.
Dorme ancora il governatore, crogiolandosi sui suoi numeri. Ma gli unici numeri che lo riporteranno alla realtà sono quelli delle elezioni di febbraio, quando il pizzicotto gli arriverà dagli elettori. Qui è tempo di cambiare. Ma non una faccia che nasconde i soliti interessi. Ci vuole un programma per i sardi che risponda alle loro esigenze. A partire dal lavoro e dalla sanità. Presto presenteremo il nostro programma!